La ricchezza del pensiero medievale la si evince anche dal modo in cui intere generazioni di pensatori hanno discusso il problema della conoscenza a partire da due termini che sono altrettante metafore: "contemplazione", che proviene dallo scrutare il "tempio" del cielo e che indica una visione panoramica e simultanea della verità; e "speculazione", che alla lettera significa guardare in uno specchio, termine che rimanda alla capacità di inseguire la verità attraverso un percorso distribuito in un arco temporale, attraverso passaggi successivi. Se la speculazione è la linea, la contemplazione è il punto. Ecco allora che l'attività speculativa coincide con il nostro essere nel tempo, viandanti in cammino verso una verità che è oggetto di una promessa. La contemplazione coincide con il futuro di eternità che ci attende, allorché riusciremo a vedere "faccia a faccia". Un'intera tradizione di pensiero, ancora una volta, scaturisce dal valore fondante di alcune metafore di cui si è dimenticata l'origine immaginifica. Ne consegue che la filosofia, senza poesia, non può nemmeno muovere un passo.
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