Beatrice è cifra dell'ineffabile, nella "Vita Nova", è un fantasma nel senso tecnico definito dalla gnoseologia aristotelica mediata dalla tradizione araba che culmina con Avicenna. Dunque, dell'oggetto pulsionale non rimane che la cifra di un'assenza che si definisce nel perimetro della scrittura poetica. E la scrittura poetica non è celebrazione di una presenza reale, è invocazione dell'invisibile attraverso il fantasma della "Donna".
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