Nello splendido "De l'infinito universo e mondi", Giordano Bruno celebra l'immensità del cielo come simulacro e icona dell'Assoluto. Lo sguardo estatico si perde in orizzontale e in verticale, portando oltre ogni limite l'idea mistica di "estasi". Estasi mistica non vuol dire più, e soltanto, perdersi in Dio, fondere l'anima con l'Uno (Plotino), ma perdersi nella distesa di un cosmo senza centro. O meglio, di un cosmo in cui il centro è ovunque e in nessun luogo.
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