26 novembre 2019
Due mani invisibili,
le mani di un pianista
invisibile,
sfiorano lentamente
i tasti d'ebano
di un pianoforte antico.
Disco in vinile,
suoni del passato,
disco in vinile,
da dove viene intessuto,
un macramè sonoro,
incastonato da note
di notevole pregio compositivo,
fitto genio contrappuntistico.
Due temi, una melodia
malinconica, triste,
sonata per pianoforte,
come un postino,
d'altri tempi consegni,
al mio indirizzo
un pacco regalo incartato
come fosse un regalo di natale.
Scarto incuriosito,
mentre la musica accompagna
i movimenti timorosi
delle mie mani,
dentro una scatola ritrovo
il tuo ricordo
che prende per mano,
il macramè sonoro
e insieme si muovono lenti
tutto intorno nella stanza,
avvolta dalle tenebre
della nera notte.
Poi d'improvviso le note,
inciampano nel vuoto
infrangendosi rovinosamente
nel silenzio,
silenzio, silenzio,
il ricordo svanisce
nel silenzio,
indistinto il fragore,
di un tuono,
temporale lontano,
temporale lontano.
Due mani invisibili,
le mani di un pianista
invisibile
corrono repentine
sui tasti d'ebano
di un pianoforte antico.
Disco in vinile,
suoni del passato,
disco in vinile,
da dove viene
sprigionata,
una fuga radiosa
potente, poderosa,
nella totalità di
uno strumento.
Corre veloce,
come un fulmine, corre,
si inerpica su, su,
per vette mai raggiunte
vette prodigiose.
Una promessa al di là,
della porta,
la porta,
che in un altro tempo,
in un altro luogo,
porta ai dolci,
e al pane,
porta alla promessa.
La promessa,
di un nuovo incontro,
un nuovo arcobaleno,
un nuovo arcobaleno,
dopo la pioggia.
Sonata per pianoforte,
come un postino,
d'altri tempi consegni,
al mio indirizzo una
promessa,
che brucia ardente
sulla mia pelle.
Un altro tempo,
un altro luogo,
ti incontrerò nuovamente,
annegherò i dispiaceri
nei tuoi occhi,
profondi e luminosi,
contemplando mi,
perderò in te,
per non tornare più indietro,
non tornare più indietro.