I limiti del linguaggio sono i limiti del mondo, afferma Wittgenstein nel "Tractatus". Si tratta di un confine metafisico insuperabile, come già aveva sostenuto Kant. Ma se per Kant è impossibile affermare alcunché di ciò che sta oltre i limiti del mondo fenomenico, per Wittgenstein è impossibile persino descrivere quel confine. Linea immaginaria, Finis terrae. Forse, soltanto il linguaggio poetico ci permette di sostare in quella frontiera provvisoria, scabra, ed ostile che si colloca tra parola e silenzio, tra visibile e Invisibile. L'Alterità che parla dagli abissi della parola poetica è forse l'alterità del confine?
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