Non disprezzo la mia "antichità"
né il desiderio che m'invade
di volermi intriso di "modernità"
nel mio credere che l'una
sia la conseguenza dell'altra
Continuo a disegnarmi la vita
ancor sospettoso
a diffidare del mio corpo
valvolato e incancrenito
E mi prende la mente
d'attimi di nostalgia
ancora in sintonia
con l'essenza dei miei sogni
a permearmi l'anima
di torture e d'angosce
Mi manca adesso
il calpestìo dei sentieri del cuore
da sempre alberati
respirare a pieni polmoni
quell'aria pulita
di sincera ingenuità
di cui mi è rimasta l'eco
nell'intimità plagiata dai pensieri
.
Cesare Moceo ragazzo del 53
poeta di Cefalù Destrierodoc
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Poesia