Pace,
come il canto del mare
disteso sotto un cielo di aquiloni,
la grazia della piuma
che ricade lène,
il primo respiro del bimbo
che nasce.
Pace,
dove un pescatore dispiega
le sue reti,
l’ottava rifulge nel coro,
si sussegue il Do della tambura.
Ascolta l’eco di onde lontane,
il suono di un flauto nel vento,
tintinna il Sol nel passo della Libra,
il soffio della luce, il monosillabo.
Fluttuano sagome nel refolo
ranciato del diagramma,
scivola l’assillo
sotto barche capovolte,
il dilemma della cicatrice.
Non tentare di spiegare
il colore dei papaveri,
il turbinìo dell’ape,
la strofa che ti attraversa
il petto.
Vibrano in crescendo
galassie sconosciute,
purpuree stelle,
lo splendore della porziùncola
di prati rossi,
il cosmo che affiora dal buio
tra le ali di una colomba.
Thea Matera ©️